Il sistema centrale italiano è costituito da una miscela esplosiva, in ogni caso capace di formare persone eccezionali. Comprendere l’Italia è assai difficile per gli stranieri, sono conquistati dalle belle città, dalle opere d’arti, ne apprezzano la letteratura e la genialità diffusa in tutti i periodi storici, quasi senza deroghe. Una buona parte degli italiani, accerchiata dalla bellezza, neanche se ne accorge, e violenta paesaggi e città, con un’insensibilità uguale o peggiore a quella dei saccheggi di antica memoria. Viene da pensare che natali dell’ingegno, sia crescere in una società indisposta verso gli esseri dotati, mossa da malanimo nei confronti delle personalità laboriose. Mentre il proverbio “mal comune mezzo gaudio”, richiama la condivisione dei mali per trovarli dimezzati, il “schadenfreude” tedesco, alletta sostenendo il piacere provocato a guardare la sfortuna altrui. Non sappiamo quando i due si sono incontrati, però hanno partorito un gioco, dove una moltitudine è propensa a sabotare gli altri, a sminuire capacità, a insegnare e codificare regole tirandosi fuori, eccezione fatta per le persone della propria famiglia o gli adulatori. E’ forse una maledizione essere gli eredi di tanta gloria e magnificenza; nel DNA scorre una presunzione risentita che non riuscendo a sfociare in una grande impresa, s’incanala in rancore verso gli altri. Questo rende difficile lavorare in gruppo; c’è l'avversione a condividere un progetto, lo sforzo è speso per smontare il lavoro dei più laboriosi; importante è la spasmodica necessità di accentuare il proprio ruolo, con fanatico personalismo. Quando i cani fanno pipì per marcare il territorio, si ha un’idea di
come agiscono italiani e italiane, ossia passano la vita a segnare il proprio cammino. E’ una pena