6 ott 2015

Schiavi dello strapotere umano



Chi va di mezzo è sempre una donna, benedetto "essere" incosciente del suo valore e centralità. Le grida virulente di femmine, incoronate a difendere la specie, sono diventate brusii; d’altro canto il gentil sesso non doveva combattere l’altro con le armi della rozzezza. Sfortunatamente il risultato è che alcune hanno imparato a comportarsi e a ragionare come i maschi, togliendo alla società il punto di vista al femminile. Ora il posto è occupato in gran numero dagli omossessuali, ai quali difetta la procreazione, perché la maternità è mezzadra di un frutto per tanti versi misterioso. Il vortice nel quale si trova la donna nella Storia a volte assomiglia al tornado, altre a quando si toglie l’acqua dal lavandino. Al primo è ascritto il culto della “grande madre”, divinità femminile del paleolitico; per molto tempo gli esseri umani e l’habitat erano parte dell’universo, si viveva dentro la natura e le sue leggi. Siamo passati dal periodo di cacciatori, raccoglitori, alla pastorizia e agricoltura, abbiamo attraversato millenni nei quali le varie civiltà hanno conosciuto momenti di gloria e miseria, sempre aumentando in modo equilibrato la popolazione umana. Negli ultimi duecento anni con la rivoluzione industriale siamo passati da 1.200.000.000 di persone a 7.350.000.000, i numeri dovrebbero lasciare il segno perché è stata una vera esplosione demografica, anche se la metà vive in povertà. E’ innegabile la necessità di strappare nuove terre per coltivazioni, allevamenti, sfruttamenti minerari, di legnami, infatti, in Amazzonia, ogni 8 secondi sparisce un’area grande quanto un campo di calcio. L’essere umano ha cambiato pure stile di vita, nel suo percorso si è imbattuto in nuove rivelazioni, e non sa fare a meno di automobili, aerei, televisori, computer, telefonini. La moltitudine viaggia, mangia oltre la necessità, schiavizzati e totalmente asserviti dall’utile all’inutile. Fuor di dubbio non è possibile per tutta la popolazione terrestre, vivere
usufruendo della strenna di Babbo Natale, e allora chi farà a meno dei regali? Certo i preti e gli utopisti sono pronti a declamare la condivisione, la realtà è ben altra! La conclamata globalizzazione sta cominciando a togliersi la maschera, nei paesi poveri verrà fuori quello che tanti si aspettavano: sfruttamento fino all’osso da parte di grandi industrie e multinazionali, megalopoli con sacche di
violenza difficili da controllare, inquinamento dell’aria, dei terreni e delle falde acquifere. I disastri ambientali dovuti al disboscamento, alle costruzioni abusive creano problemi anche in Italia. Nulla confrontato alla scomparsa delle paludi nel Medio Oriente, frutto di scellerate dighe costruite in Turchia sul Tigri e l’Eufrate; una stima proietta la diminuzione di acqua potabile in Iraq del 90% e in Siria del 40%. Meglio non domandarsi chi le costruisce e perché questo silenzio assordante, garantito dietro a tante guerre c’è anche questo. Bisogna tracciare uno spartiacque nel regno animale, se fosse vero che l’uomo si differenzia perché è condotto dalla ragione e non dall’istinto, che l’animale apprende e l’uomo in aggiunta comprende, pagine di Storia ed esperienza umana dovrebbero essere rilegate a “aneddoto”, non a errori compiuti da un essere raziocinante. Forse la verità sta da un’altra parte, chi lo sa! Proviamo a rovesciare il tavolo, riflettiamo: - magari non siamo proprio uguali gli uni agli altri. Domandiamoci il perché una donna mette al mondo dei figli in paesi dove la carestia è endemica; in paesi dominati dai signori della guerra, nei quali cresceranno schiavi o bambini soldati; madri-bambine martoriate da violenze che continueranno a far nascere bambine già predestinate. Perché una madre nei paesi occidentali a volte è tanto occupata nel proprio lavoro, o nel soddisfare i bisogni personali, da delegare ad altri: nonni, scuola, società, l’esistenza dei figli. Questa donna dovrebbe avere compiti immensi nel preservare per il futuro l’ambiente, nel coltivare la libertà, nell’insegnare il rispetto e la giustizia, senza i quali il mondo della prevaricazione non trova ostacoli nell’affermarsi. E’ delle donne la caratteristica della gentilezza e della mediazione, poiché madre conosce ansia, pietà, determinazione. Per questo non ci sono scusanti, altrimenti smettiamo di descrivere tutti ala stessa maniera, e a mettere l’essere umano sopra la specie animale.