3 apr 2019

"Apocalisse" di Albrecht Durer

"Apocalisse", togliere il velo in greco, nell'uso comune allude alla fine del mondo, in questa xilografia Albrecht Durer nel 1496 rappresenta i Quattro Cavalieri: la guerra, la fame, la morte, la malattia.
 

 

1 apr 2019

"Bouvard e Pécuchet" di Gustave Flaubert

"L'idiota" di Fedor Dostoevskij, è una persona buona e sensibile, al contrario dell'idiozia al quadrato raccontata da Gustave Flaubert in "Bouvard e Pécuchet", dove troviamo le sciocchezze quotidiane, i luoghi comuni e la stupidità animata da spirito di vendetta per inezie, condite con piccole e grandi incoerenze.
 

 

1 mar 2019

"L'Ingiustizia" di Giotto

"La Giustizia" affresco di Giotto alla Cappella degli Scrovegni a Padova e "L'Ingiustizia", raffigurata da un anziano seduto in una panca che assomiglia a un trono. In mano ha una spada, le unghie sembrano gli artigli di un demone. Davanti è bloccato da siepi e arbusti. Sotto di lui  si vedono persone rapinate, guerrieri che seminano morte e distruzione, cavalli riluttanti. Nell'antichità più di un pellegrino ha graffiato l'effigie tentando di esorcizzare il "maligno".
 

 

2 feb 2019

Semplicemente NOI



Ti avrei voluto dire quanto sei sempre stato importante per me, una presenza costante nell’assenza. Non hai idea di quanto hai viaggiato e delle meraviglie ammirate. Il Portogallo, visitato più volte, ha visto la tua presenza nella splendida Lisbona, c’eri al mercato della Ribeira con il suo grande padiglione gastronomico e la musica a riscaldare l’ambiente. Dopo aver passeggiato nel chiostro del monastero dei Jeronimos, abbiamo atteso un tavolo per mangiare i prelibati pastéis di Belém, nel caratteristico locale vicino alla torre. E sì, gli sguardi hanno accarezzato la Torre di Belém e ripassato il contenuto del libro "Pau Brasil", abbiamo provato un brivido ricordando un amore intenso ed eterno. La sera con passi leggeri abbiamo percorso il quartiere Alfama ascoltando lo struggente “fado” e siamo stati sopraffatti dalla nostalgia. Arrivati a Obidos, in una magnifica giornata di sole, non ci siamo spaventati per il caldo e abbiamo camminato lungo le mura scrutando la piccola città abbarbicata al suo interno, quando come per magia abbiamo visto un vecchio con la sua chitarra intonare una canzonetta d’amore. Altre volte abbiamo apprezzato le lunghe spiagge portoghesi e ascoltato le onde dell’Atlantico infrangersi con fragore. A Oporto siamo andati su e giù con la funivia e abbiamo mangiato nel Cais da Ribeira, avevamo gli occhi puntati sul fiume Duero e le sue caratteristiche imbarcazioni cariche di tini con il prezioso vino di Porto. Entrati alla stazione centrale di San Bento, ornata da piastrelle dipinte e considerata una delle più belle d’Europa, ci siamo immersi nelle raffigurazioni di vita vissuta. Nella sempre affascinante Francia abbiamo scorrazzato lungo il fiume Loira per vedere i magnifici castelli e la bellissima scala a chiocciola progettata da Leonardo da Vinci nello Château de la Rochefoucauld. In Provenza abbiamo goduto dei paesaggi mozzafiato tra i campi di lavanda che sono serviti a Vincent van Gogh per dipingere centinaia di quadri. A Parigi sul bateau-mouche è stato difficile trattenere le lacrime ascoltando “la vie en rose” e dopo una giornata al Louvre, ci siamo assopiti stanchi con il magico sguardo della “Monna Lisa” che ci aveva inseguito lungo tutta la sala. In Spagna abbiamo apprezzato Siviglia, Cordoba e le incantevoli fontane dell’Alhambra nel complesso palaziale andaluso di Granada. Dopo aver percorso chilometri in auto arrivare nella cittadina di Caceres è stata una sorpresa, piccola ma la più importante per lo stile rinascimentale spagnolo. In Portogallo, Spagna, Francia ci siamo andati spesso e ci torneremo perché c’è ancora molto da scoprire e dipendendo dagli stati d’animo ogni volta sembra la prima. Difficile non ricordare le innumerevoli passeggiate sulle Dolomiti durante l’estate e d’inverno con la neve. Strana sensazione, più vicino al cielo si riesce quasi a toccare l’assenza. A Zurigo e a Lugano complici  lago e montagna l'animo sembra acquietarsi. Non percepisco tanto dolore se non quando ci troviamo in Brasile, forse i profumi, i colori, non lo so… Certo che lì in campagna nelle notti di luna alzando gli occhi verso milioni di stelle, la croce del sud e il cielo a farci da tetto, si sente la necessità di toccare la presenza. E il mio Rio de Janeiro con il verde della “mata atlantica”, le rocce nere umide, il Cristo Redentore, il Corcovado e l’oceano che penetra nella baia, mi portano ogni volta a delirare e non posso restare per molto tempo. Sono passati più di trentacinque anni e come vedi la tua presenza è stata sempre marcante, percepisco la tua voce, il tuo sorriso, la tua inquietudine, la tua paura di lasciarti andare. Sarà quel che Dio, il fato o entrambi avranno deciso per noi.  

1 feb 2019

"Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna" di Giovanni Paolo Pannini

Il pittore, architetto e scenografo teatrale, Giovanni Paolo Pannini (1691-1765) dipinge monumenti romani antichi e moderni appesi alle pareti di una galleria immaginaria. Nella "Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna" il pittore è seduto in centro.
 

 

23 gen 2019

Matrimonio civile: un contratto a capestro




Questa è una materia controversa ma avendo un alone fiocchi, fiori e confetti e che giunge a coronamento di un sentimento tanto decantato come l’amore, mi ha sempre lasciata basita l’ipocrisia che si nasconde al traguardo del fatidico giorno. Ebbene sì, anche questa disgrazia nasce dalla rivoluzione francese con la finalità di togliere potere alla chiesa, e sebbene si è sempre intravvisto una improbabile giustizia nel salvaguardare la parte economicamente più debole, di fatto con il tempo è diventato solo una mercanzia a buon o caro prezzo, dipende solo dalla prospettiva di chi deve sottostare alla fine di quello che amore non era. Quindi negli stati europei e americani il matrimonio civile fu introdotto con la Costituzione francese del 14 settembre 1791, fin lì stava saldamente nelle mani ecclesiali dai tempi dell’impero romano d’Occidente. Ora la laicizzazione del matrimonio, che doveva servire a separare la sfera civile da quella religiosa, è pure comprensibile perché i tempi si erano fatti “moderni”, se però non fossimo passati dal campo dei sentimenti al mercato delle vacche o dei buoi, però in genere sono più le vacche. Avete presente la frase detta da Cicerone “l’amore è un tentativo di costruire un’amicizia ispirata dalla bellezza”, oppure un Lao Tzu che declamava “la gentilezza nelle parole crea fiducia, la gentilezza nel pensare crea profondità, la gentilezza nel dare crea amore”. La meravigliosa Madame De Stael stendeva con mano ferma “l’amore è l’emblema dell’eternità, confonde tutte le nozioni di tempo, cancella tutta la memoria di un inizio, tutte le paure di una fine” ed il filosofo Hermann Hesse ribadiva “l’amore è qualsiasi movimento della nostra anima in cui l’anima sente sé stessa e riesce a percepire la sua vita”. Non può mancare il mio poeta preferito William Shakespeare che intonava “amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio, se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato”. Potrei continuare all’infinito perché sono tanti ad aver individuato cosa stiamo descrivendo: non un contratto da firmare per formare una società ma l’unione di due persone che desiderano diventare una famiglia; non un contratto per l’acquisto di una mercanzia ma l’incontro di due anime libere che si amano. Molte finte femministe strillano come ossesse perché vedono solo povere donne abbandonate con prole da mantenere, delle novelle Mimì quella della manina fredda nella Bohème di Puccini. Ebbene no care signore, oggi le donne lavorano sono padrone del loro destino ed i figli per legge, nati dentro o fuori dal matrimonio, vengono tutti salvaguardati economicamente. Qualora una copia decidesse che a lavorare sia uno solo, allora certo una salvaguardia va trovata, ma ormai sono pochi i casi. Quello che non va è l’occhio ingordo di chi con l’anello al dito comincia a fare una mappatura dei beni del consorte, in attesa del male che vada qualcosa si è rimediato. Care signore non c’è nulla di più bello della propria indipendenza, nessuno è tenuto a “mantenerci” e a chi usa la frase “non mi sposi perché non ti fidi di me” rispondiamo serenamente “vale anche il contrario, perché se fossi sicura del mio amore non avresti bisogno di una garanzia contrattuale”.  È infinitamente triste vedere un nobile sentimento finire al mercato!

1 gen 2019

"La dialettica" di Paolo Caliari

Il pittore italiano Paolo Caliari, detto il "Veronese", nato a Verona nel 1528, nel  quadro "La dialettica" rappresenta una figura mentre solleva una tela di ragno; è forse più facile catturare una preda attraverso l'arte dell'argomentare con abilità e persuasione?
 


21 feb 2018

Amicizia... e Pulizia di Primavera



E ad un certo punto della vita, diciamo dopo i cinquant’anni, prendiamo consapevolezza dell'intorno come bambini venuti al mondo che improvvisamente aprono gli occhi. È come una giornata primaverile quando si aprono le finestre e l’aria frizzante irrompe portando freschezza e voglia di pulizia. Si per molti anni abbiamo sopportato situazioni e persone per quieto vivere e per rispetto, per educazione abbiamo ingoiato rospi e altro. Ecco aria fresca! Vivere è meraviglioso, s’incontrano all’improvviso sconosciuti che hanno la grazia di regalarti conoscenza ed esperienze mai immaginate, donandoci momenti preziosi. Questo può avvenire quando meno te lo aspetti, durante un viaggio o prendendo un caffè al bar. A questi estranei aggiungiamo i componenti della nostra famiglia con i quali abbiamo fatto un cammino parallelo, quando le strade s'incontrano nasce una festa senza preavviso, la vicinanza è sempre gioiosa, il comune passato un piacere da ricordare e le somiglianze anche fisiche stanno lì a confermare un legame ancestrale. Mi ritengo una privilegiata perché ho un’amicizia nata nel periodo della culla, altre del periodo dell’asilo e delle elementari. Di molti possiamo non condividere idee, opinioni, modo di vivere e gusti, ma sento profondo il legame di un’epoca irripetibile, siamo accomunati da un sincero affetto fanciullesco, di quando i sentimenti erano ancora innocenti e puri. Li sento compagni di vita anche perché abbiamo avuto la fortuna di frequentare una scuola innovativa, dove la gentilezza tra noi era un valore preminente. Si divideva e si compartiva tutto, senza differenza tra sessi, credo religioso o gusti personali.

5 feb 2018

RAZZISMO O TROPPA TOLLERANZA?



Il razzismo si autoalimenta con i complessi d’inferiorità, la mancanza di cultura, la prevaricazione. L’istinto umano di dominare non è stato placcato in secoli di Storia, quindi è connaturato negli ominini (e non ominidi, come da più recente classificazione). La razionalità di alcuni non potrà mai prevalere perché la “ragione” è legata alla facoltà di esercitare un pensiero logico, ed è contrapposta a chi si fa trasportare dall’istinto, dal caso, dal fato. Nell’organizzare la propria società i vari ominini hanno potuto contare sul territorio, sul clima e sull’intelletto di alcuni. La forza fisica è stata sempre uno strumento indispensabile alla sopravvivenza ma il pastorello Davide ci ha insegnato, uccidendo il gigante Golia con una fionda, che molte volte la furbizia vince. In queste poche frasi si concentrano millenni di Storia. La cecità nel guardare la realtà è dovuta all’illusione d’essere migliori di chi ci ha preceduto. Essere monocoli è la dannazione di alcuni, immagino la sofferenza dei pochi vedenti. Il cammino dell’umanità è segnata da esigue persone, la massa restante è suddivisa tra spettatori o assistenti, tuttavia  avversati da un manipolo di prepotenti, di villani e di distruttori. È difficile non cadere nella trappola mortale preparata dagli attuali annientatori e fa rabbia vederli all’opera perché sono pure stupidi. Difficile mettere limite all’ottusità ed è per questo che hanno molto seguito! I loro discepoli si dividono in tifosi senza sé e senza ma, in furbetti che sperano di raccogliere pane o briciole, in traditori preparati a sostituirli alla prima caduta, in vigliacchi che vivono di luce riflessa e di agi. Con le Elezioni del 4 marzo l’Italia è arrivata ad un bivio, dopo decenni di follia camuffata da benessere siamo pronti alla catastrofe o a pagare pegno. Troppi blablablà e non è necessario fare trattati di sociologia o di economia per capire come siamo finiti in questo vicolo cieco: - alcuni politici hanno venduto la loro anima ad una ideologia beota “il comunismo” (da Napolitano a D’Alema in mezzo migliaia di sconsiderati come loro); - altri diffondevano l’idea di uno Stato dove con la scusa della religione cristiana era tutto un eterno dialogare, lasciando mano libera ai più scaltri che si facevano gli affari propri con la complicità della Chiesa; - a questi si affiancavano i furbetti,  che facevano da cuscino (Craxi e associati) e in alcuni periodi traevano più vantaggi degli altri, comunque alla fine sono stati gli unici a saldare il conto. Questi sono i principali maneggioni ma esclusa la Destra messa all’angolo per colpa del Fascismo, tutti i piccoli partitini erano complici e servivano solo a ricattare quelli più grandi. La piovra mafiosa ha imparato da loro e non viceversa, e come questi politici hanno conquistato tutto il territorio nazionale è presto detto. Si parte da Camera, Senato e Presidenza della Repubblica dove i posti occupati sono affidati a persone legate a loro, seguono i Ministeri anche lì si utilizza lo stesso sistema e poi a scendere percorriamo tutti gli enti e uffici che compongono le Regioni, i Comuni, Banca d’Italia, ecc. Avete idea di quante miglia di persone sono? Ognuno può infiltrare altri, così si

11 gen 2018

CICCIO di Gianfranco Conti Manzini

Ospito con immenso piacere questo commento personale, è tagliente, preciso, puntuale..... 


CICCIO, ti scrivo a nome di tanti siciliani, e ti chiamo Ciccio perché anche tu sei siciliano, essendo nato a Catania.
Lo so che ti da fastidio, perché -avendo lavorato per 19 anni al Corriere della Sera e scrivendo da 10 anni per La Repubblica- probabilmente non ti piace essere chiamato “Ciccio”.
Magari, dopo tanti anni al Corriere, parli pure milanese, e Ciccio in milanese non suona bene.
Ma io continuerò lo stesso a chiamarti Ciccio, ok?
Dunque, Ciccio, voglio dirti che qui noi siamo indignati. Lo so che, proprio in questi ultimi tempi, è un termine inflazionato ma non ne trovo uno migliore per manifestarti il nostro sdegno per quello che hai detto nel tuo servizio sull’alluvione nel messinese.
Qui l’acqua avrebbe portato via il “mattone selvaggio e l’accozzaglia di laterizi”, mentre …dalle tue parti la natura malvagia avrebbe distrutto “i centri storici, lo spazio pubblico celebrato, la bellezza di città che sono storicamente costruite per piacere, per aiutare l’uomo a vivere e non a sopravvivere”.
Ciccio, ma che dici? La storia della tua terra (quella d’origine, intendo: la Sicilia) te la ricordi?
Ciccio, anche i nostri paesi hanno un centro storico: centri di antica tradizione, come Saponara: ti ricordi di Saponara, vero?
A Saponara l’acqua ha mandato giù un costone roccioso che ha sotterrato una casa, e -con la casa- ha sotterrato anche tre persone, e fra queste tre persone c’era un angioletto biondo di appena dieci anni.
Ah, …dimenticavo: quella casa non era abusiva: era una casa come la tua, forse meno ricca della tua, ma era comunque una casa, insomma una casa normale, non un’accozzaglia di laterizi.
A proposito del nostro bimbo annegato nel fango, …ecco, qui voglio ringraziarti per aver detto che “i bambini affogati sono uguali”. Almeno questo ce lo hai riconosciuto, Ciccio, …i nostri non sono figli di un dio minore, almeno quando affogano nel fango.
Grazie, grazie davvero.
“La forza dell’acqua distrugge sviluppo e sottosviluppo”. Naturalmente, lo sviluppo sta al Nord e il sottosviluppo è il nostro.
Ciccio, vuoi che partiamo da lontano?
E allora, mi permetto di ricordarti che nell’anno 1100, mentre dalle tue parti si brancolava nel buio del Medioevo, i Siciliani avevano il primo Parlamento della storia, il primo parlamento d’Europa.
Facciamo un bel salto e arriviamo al 1861.
In quegli anni -esattamente nel 1856- in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi, Il Regno delle Due Sicilie ricevette il Premio come terzo Paese più industrializzato del mondo, dopo Inghilterra e Francia.