Nel periodo natalizio gli Occidentali,
professanti o meno, cercano d’essere più amabili. È un fattore istintivo,
determinato dalla tradizione culturale. Siamo illuminati, folgorati dalla
consapevolezza di vivere accanto ad altri umani. Un augurio di buon Natale non
lo si nega a nessuno: no al vicino di casa, al barista, alla commessa, allo
spazzino, all'autista dell’autobus, persone che abitualmente sono incorporee.
Passate le feste s’innalzano nuovamente i ponti levatoi. Non è stato sempre
così ma ormai da troppo tempo siamo rinchiusi in famiglie ristrette, separate,
indifferenti. L’indissolubilità del matrimonio legava le persone ai congiunti,
creava lacci trasversali, insegnava bene o male la tolleranza tra i parenti.
Questo era un beneficio per la comunità, il senso di appartenenza familiare si allargava
al luogo di origine, oltre ai legami affettivi si badava a consolidare e
migliorare dove si viveva. L’interscambio era consuetudine, abbandono e
solitudine erano vocaboli sconosciuti. Anche nelle città maggiori si cresceva
in rioni dove tutti si conoscevano, era naturale aiutarsi e la convivenza era improntata alla comprensione. Molti si riempiono la bocca con la
parola “tolleranza” e tuttavia sono dominati dalla freddezza, dall'insensibilità,
dalla spietatezza, dall'incapacità d’intercettare l’umanità nel prossimo. Le città
ora sono diventate impersonali, escluso alcuni quartieri, la maggior parte vive
in palazzi grigi e indistinti. La vita scorre in sogni di quel che si vorrebbe
fare e nel desiderio di acquistare beni di consumo per apparire quel che non
si è. Ragazzi vi stiamo lasciando una società svuotata di solidarietà, dov'è
Liberi di pensare, liberi di sognare e indomiti — Livres de pensar, livres de sonhar e indomados
15 gen 2016
17 dic 2015
MISERICORDIA
Quando papa Francesco parla di
"misericordia" siamo convinti intenda il vocabolo derivato da
"miserere", aver pietà e "cor", cuore? È una bella parola perchè indica la strada a
tutti gli esseri umani, credenti o atei, verso la compassione per l'infelicità
altrui. Provare questo sentimento implica condivisione, sofferenza atta a
portare soccorso. Il Cristianesimo ha introdotto un’enorme novità: Dio diventa
partecipe della vita nel mondo, infatti il Dio cristiano invia suo figlio sulla
terra. Egli morirà sulla croce in remissione dei peccati e con la
resurrezione assicura ai fedeli la vita eterna. Il Dio di Aristotele viveva lontano, non aveva
empatia con le nostre vicende, neanche compassione. Nell'epoca contemporanea il
Natale è vissuto come una pausa, apprezziamo la parte godereccia dei regali,
del cibo, delle bevande e degli incontri conviviali. Molti per tradizione
seguono i riti della Chiesa, in fondo è un periodo di buoni propositi. Sorge
spontanea la domanda, ma chi è misericordioso? L’ottimismo spinge a confidare
nell'esistenza di persone propense agli altri, estranee da vanità, da
esibizionismo e da giovamento terreno o soprannaturale. Nel rintracciare
questi esseri sarà facile incappare nel fantasma di Diogene con la sua
lanterna alla ricerca dell’Uomo. Senza mirare tanto in alto basterebbe un sano
equilibrio, sentire nel proprio cuore il desiderio di operare con onestà senza arrecare
danno agli altri. Se abbiamo sensi per amare, per provare gioia, valutare la
delicatezza di un fiore, emozionarci per il sorriso di un figlio o un nipote non possiamo rubare la felicità ad un nostro simile. Aggiungiamo alla
misericordia la catarsi del vecchio Aristotele. A questo serviva la tragedia, a
purificarsi. Attraverso emozioni forti lo spettatore s’immedesimava e
comprendeva il dramma, finendo con l’affrancarsi dalle passioni e pulsioni abiette. Dobbiamo
riuscire a entrare nei panni degli altri, saremmo sorpresi dal dolore provato. È l’unica via per intendere la misericordia, caso contrario è un malinteso, s'intendeva parlare del “pugnale misericordia” che apparve nel XII secolo e veniva utilizzato
alla fine dei combattimenti per finire i soldati feriti e moribondi.
16 dic 2015
Banche perché farsi truffare?
E' difficile rispondere se è nato prima l'uovo
o la gallina, al contrario è semplice replicare chi sia più importante tra una
banca ed i suoi clienti. L’origine di questo istituto parte dal “trapezita” nell'antica Grecia, un tavolo dove operavano i cambiavalute, personaggi importanti perché dovevano conoscere
il valore e l’autenticità delle monete. Nel tempo questi signori cominciarono
a fare prestiti dietro compenso e Aristotele nell’“Etica Nicomachea” già si
preoccupò di spiegare che il denaro non può generare denaro. Nel Medioevo la
stessa Chiesa condannava chi si arricchiva con i prestiti, precludendoli la
salvezza eterna. Non si tratta di facile moralismo, bensì di affermare che la
ricchezza può essere frutto esclusivo del lavoro e non dell’investimento del
denaro. Il solo vocabolo “investire” dovrebbe farci rabbrividire, si tratta di
affidare un mandato a qualcuno per esercitare determinati diritti. Abbiamo
spesso remore a dare una delega per una riunione di condominio o autorizzare
qualcuno a parlare in nostra vece, al contrario accordiamo con molta superficialità i nostri averi a degli sconosciuti. Quali sono le funzioni delle banche? Questi istituti
sono preposti a prendere i risparmi dei clienti, i depositi, e corrispondere poi un
interesse; questi denari affidati sono usati per erogare dei prestiti ossia il
credito, con un interesse che dovrebbe pagare il risparmiatore più una parte per le spese di
gestione. Parrebbe semplice, ecco però lo zampino del diabolico essere umano.
Le banche sono cresciute nella stessa misura dell’avidità e della voracità dell’uomo
moderno. Sono diventate grandi, questo vuol dire molti impiegati a formare piramidi:
alla base migliaia di persone che hanno uno stipendio adeguato, in alto soggetti
fiondati a dirigerle. In quelle ambite poltrone siede il peggio del peggio:
raccomandati politici e dei potenti, eredi di alti funzionari, chi non ha
remore e amore al
12 dic 2015
Povertà e immoralità
Crescere guardando i poveri ad ogni angolo produce una
sorta di narcosi e per evitare complessi a riguardo s’impara fin da piccoli a
considerare la tua fortuna nel nascere “bene” rispetto alla disgrazia di
capitare in un ambiente miserando. È l’apoteosi del fatalismo: ad alcuni ha
detto culo (impossibile trovare un termine più indicato!) mentre alla maggioranza il Risiko
della sorte ha predestinato l’indigenza. Sono così tanti i disgraziati che
aiutare tutti è impossibile, ne nascono in continuazione, ecco perché è facile
munirsi di anestesia e viverci in mezzo. In tanti paesi africani, asiatici, nel
centro e sud dell’America è un dato di fatto, la pietà pelosa per esempio a Natale avvia la
preghiera e gli aiuti alimentari; qualche governo stanzia “briciole” con l’effetto di mettere un tappo di sughero in un canotto bucato. Questo è il
tanto. Capita però nelle nostre città di questi tempi di fermarsi ad un
semaforo e vedere un’anziana con un bicchiere di plastica in mano e al collo
un cartello: “Sono una nonna in difficoltà, ho due nipoti di 14 e 16 anni con
genitori senza lavoro, abbiamo urgente bisogno di aiuto”. Impossibile non
rimanere scioccati, il cinismo esistenziale evapora in pochi secondi.
Trattenere le lacrime un’impresa improba. Nel cervello si avvia un turbinio di
pensieri, una rabbia possente ti circonda. Sfrondiamo tutte le varianti: ci
sono quelli che si sono sforzati in minima parte nello studio e nel lavoro,
altri poco adattabili ad accettare mestieri umili e faticosi, nulla però
controbilancia l’immoralità nella quale siamo vissuti negli ultimi quarant’anni. La popolazione ha usufruito degli sforzi fatti dalla generazione
che aveva conosciuto la guerra e la fame, i loro figli hanno potuto studiare e
scegliere un lavoro. L’economia tirava e trovare un “posto”, anche attraverso raccomandazione di parenti e conoscenti, era un’impresa per molti non
impossibile. L’essere umano è uno strano personaggio, gli puzza che tutti
stiano bene, alcuni hanno approfittato del periodo per fortificare i propri
manieri a scapito della
9 dic 2015
GIUBILEO di cosa dobbiamo gioire?
Tra gli ebrei con
il corno d’ariete, lo jobel, si attirava jobil ossia la gente, proclamando jobal che è l’indulgenza. Sembra un gioco eppure da queste tre parole nasce il
nostro “giubileo”, che in latino fu tradotto con la parola “giubilo”, un sentimento
di gioia incontenibile. Quando di cinquanta in cinquant'anni la tradizione del
popolo d’Israele metteva a riposo la terra, restituiva i terreni confiscati ai legittimi proprietari e liberava gli schiavi, gioco forza si viveva un’annata
straordinaria. Non c’inventiamo nulla di nuovo, in questa lunga catena di anelli
saldati che è la vita terrena degli esseri umani. Il tema dell’odierno
giubileo è la “misericordia”, benedetta sia, perché noi uomini e donne per quanto
ci sforziamo, troviamo assai ardua la pratica della compassione. La generosità
è difficile conseguirla nelle famiglie, tra gli amici; l’individualismo si è
impossessato di noi, tanto da renderci degli schiavi anaffettivi. Molti sperano
ardentemente nella compassione e pietà di Dio per le proprie miserie morali,
però rimane umanamente impossibile per la maggioranza dei bipedi provare tale
sentimento per il prossimo. Prima d’immergerci nella cerimonia viene bene
domandarsi se hanno ancora senso i X Comandamenti. Nell'attuale società siamo
avvolti da pubblicità miranti a portarci nel regno della fantasia, diventa
complicato distinguere la realtà. E’ tutto extra corporeo, scendiamo nel mondo
reale solo quando c’imbattiamo in una malattia o nella morte, per questo non si
accetta la natura delle “cose”e allora gridiamo contro la sfortuna, o contro
Dio. Ripercorriamo con spirito libero, alieno da ipocrisie, i precetti donati
da Dio a Mosè, se siamo laici osserviamo quanto il seguirli semplificherebbe
il vivere civile.
7 dic 2015
Ragazzi non è sempre colpa vostra!
Ecco vi do un aiutino, la
prossima volta prendete esempio dai trentasei figuri dipinti dal francese
Louis Boilly. Quanto clamore, siete finiti sui giornali perché rimasti zitti, contrapposti alla studentessa musulmana e a un’altra quarantina di
giovani islamici. Ripercorriamo i fatti: - in un istituto milanese sono
invitati due giornalisti a parlare di Isis e delle diatribe tra sunniti e
sciiti. Situazione esplosiva che vede contrapposti popoli, interessi
economici e territoriali. Consigliati di leggere sull'argomento quanto scritto
da un iraniano, la giovane musulmana se ne esce con la frase “ voi non capite
niente, è tutto scritto sul Corano”. La “studentessa” se ne va con gli altri
giovanotti musulmani, sorda ai commenti sul sacro libro scritto
prima delle lotte insorte per l’eredità del profeta Maometto. Saranno
pure asservite e prone ai loro maschi, ma con gli occidentali sono tutt'altro
che malleabili. Qui inizia la nostra storia e cosa fanno gli altri studenti
presenti? Nulla. Ragazzi, siete caduti sulla buccia di banana. Tranquillizzatevi
eravate predestinati! Perché mai dovevate immolarvi per l’occasione? Siete cresciuti
all'ombra dell’indifferenza religiosa, con genitori moderni sostenitori dell’insipienza
dello spirito e anche chi si è avvicinato ai sacramenti, non fa che ascoltare
peste e corna sulla religione. Anche se eravate preparati dal punto di vista
storico, quale la necessità di passare per oltranzisti o peggio ancora per razzisti.
Non ci riescono dei baldanzosi intellettuali a competere con integralisti e
fanatici, perché lo dovevate fare voi? Ve lo spiego io cosa c’è sotto il tappeto. La
maggioranza degli adulti si è riempita la
3 dic 2015
Bugie come sopravvivere alla disinformazione
In che modo dare una sveglia agli umani? Solo parlando
della morte! La scultura marmorea di Gian Lorenzo Bernini, posta sulla tomba di
papa Alessandro VII, è un avvertimento: nulla può, neanche un potente, contro
lo scorrere della vita terrena, qui raffigurata dalla clessidra. La fine alla
quale siamo tutti predestinati è la morte, volente o nolente. Certo non è un argomento piacevole, ma rimuoverlo
per scaramanzia o buon gusto, porta a un’amnesia, causa di molti mali. Il
peccato originale nasce con l’essere umano, cogliere la mela rappresenta l’incapacità
umana di darsi una limitata. Tutti mirano in alto, nel frattempo è un fiatare
contro la disonestà, le vessazioni, l’abuso di potere; solo il tempo di raggiungere
il traguardo e di colpo cambia la prospettiva. C’era bisogno che Putin ci
raccontasse degli affari tra Erdogan e l’Isis? I giornalisti turchi, sui quali
pende una pena all'ergastolo, non scrivevano proprio di questo? Una pena assurda
per un reato di opinione! Certo in Arabia Saudita, alleata degli USA e ricco
cliente di molti paesi europei, la pena sarebbe la decapitazione. Stiamo ancora
a disquisire sulle nefandezze di Assad, a sindacare se è meglio morire per mano
di una scimitarra, una bomba o nelle carceri di un paese islamico dove non esiste
una giusta difesa e si utilizza la tortura per far confessare un prigioniero. C’è
la pretesa di governanti e soci di condizionarci, di farci scegliere tra Putin,
Obama, Erdogan, Al Thani Khalifa, Salman, Boko Haram. Non abbiamo conoscenza
dei giochetti fatti sotto le lenzuola, ma sentiamo puzza di bruciato per questa
grancassa contro Putin e l’alleanza contro natura con il premier turco. Che
cosa avete fatto per trovarvi così invischiati con Erdogan? Quali intrighi coprite e quali lacci vi uniscono a dei personaggi indecenti? Intanto nelle nostre
città i civili muoiono mentre mangiano in un
20 nov 2015
Exploração e violência
19 nov 2015
Non sottomettersi all'integrazione
Sono passati cento trent'anni dai funerali di Victor Hugo e stiamo per
seppellire le vittime del barbaro attacco terroristico di Parigi, accompagnate
dalla desistenza della nostra cultura occidentale. Impossibile non essere
percossi da un fremito di paura sul futuro; con troppa faciloneria molti
considerano, asseriscono e pronunciano punti di vista senza la consapevolezza
del bene prezioso che stiamo buttando via. “Comme la nuit se fait lorsque le
jour s’en va”, con questa frase finisce “I Miserabili” (come viene la notte
quando il giorno se ne va), rappresentando di forma naturale la morte del
personaggio principale, Jean Valjean. Con questa forma sperperiamo la libertà
da noi non conquistata, con la presunzione di poter controllare l’efferatezza e
di riuscire a dialogare con il fanatismo. La grandezza della nostra cultura si
fonda anche su questo galeotto concepito da Hugo: imprigionato per un tozzo di
pane e scontata la pena Jean Valjean si ritrova a rubare nella casa del
vescovo di Digne, che però lo salva dichiarando ai gendarmi una sua spontanea
donazione; da qui la rinascita dell’uomo, avvenuta per una nuova opportunità,
alla quale sarà leale fino alla fine. La
condizione illustrata si è formata nei millenni, fatti e parole la rendono
preziosa, lo scrittore con sensibilità e senso di giustizia la descrive.
Modello di lealtà fu Socrate, padre fondatore dell’etica, scelse la sentenza di
morte bevendosi la cicuta invece della fuga, ritenuta una violenza al suo
pensiero e ai valori morali. C’è da chiedersi se la coerenza è un valore. Si
assiste
16 nov 2015
Ai codardi e agli idioti nostrani......
Se oggi apriamo “Google traduttore” e chiediamo di tradurre la frase “ci
rivedremo presto” in portoghese, basco, catalano, francese, italiano, spagnolo,
ecc., compare la parola “inshallah” (ad allah piacendo). Il sito è stato
hackerato dai fratelli altrui. Bisogna ricordare ai fratelli altrui e agli idioti
nostrani, che vi è differenza tra una guerra dichiarata e lo sparare alla gente
inerme, farsi saltare in aria tra la folla o mettere dell’esplosivo e scappare. Tutto
questo in paesi dove il sistema democratico affida al popolo l'elezione dei propri governanti. Dove purtroppo in tanti casi le leggi garantiscono gli assassini, i
codardi e gli idioti. Ma anche per fortuna! Perché vuol dire che i tanti millenni ci hanno
reso civili e forti, consentendoci l’illusione di vivere tra una maggioranza umana “evoluta”.
Nondimeno se dovessimo combattere ad armi pari e non picchiando un neonato con
una mazza, in fondo è questo l’agire dei terroristi, non sarebbe così facile ucciderci. Abbiate coraggio di affrontare la nostra civiltà ad armi pari! Agli idioti nostrani: vi state accasando con la strega e uccidendo la bella addormentata, attenti al risveglio....
Iscriviti a:
Post (Atom)