21 apr 2016

Chi sono gli attuali vincenti? Ruffiani, buonisti, profittatori, anime pie...


Non si tratta della suddivisione delle nostre società in buoni e cattivi, onesti o meno. Troppo semplice e fin troppo facile da arginare o combattere. Le menti si sono evolute e l'istruzione ha costretto i prevaricatori ad una maggior sofisticazione. Le comunità erano ripartite fino a qualche anno fa tra chi deteneva il potere attraverso i soldi e chi poteva contare con la forza fisica, seguivano tutti gli altri. Era tutto più semplice ed evidente, il tracciato era lineare e la coscienza personale o la necessità faceva la differenza tra i più, ossia tra tutti quelli che non appartenevano alle prime due categorie. Nei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni era facile districarsi tra i potenti, i bravi e l’umana specie; nei “Miserabili” di Victor Hugo tra il giusto vescovo Myriel, il galeotto ravveduto Jean Valjean e l’ispettore Javert. La contraffazione nata negli ultimi decenni ha portato al decesso della percezione tra giusto ed errato, ed il relativismo con il suo ostentato ideale di uguaglianza e libertà ha partorito una medusa urticante, i cui tentacoli hanno funzione puramente offensiva. In natura troviamo una specie, il ragno, che segue le movenze dei nuovi vincenti: la tela viscosa serve per avvolgere e conservare la preda che è divorata ancora in vita. È un continuo sbandierare virtù indiscutibili come l'aiutare i bisognosi; pietà per le vittime di calamità naturali e guerre; bando alle corruzioni e al malaffare; condanna alle raccomandazioni e al tornaconto; meritocrazia nel lavoro e nella scuola; solidarietà ed accettazione delle diversità. Intanto i ruffiani ed i profittatori tessono la tela e lo si vede già dentro la scuola quando sono piccoli. Alcuni sono pure divertenti, lisciano il pelo al professore con aria birichina mista a malleabilità condita da simpatia, riescono così ad ottenere voti che vanno al di là delle reali capacità; quando grandi scelgono le persone utili a proiettarli in un mondo dei desideri altrimenti precluso, ci riescono sfruttando le umane debolezze. Buonisti ed anime pie sono come alcuni ragni siberiani che garantiscono la paternità della stirpe mutilando i genitali della femmina che non potrà più riprodursi. Questo perché le belle parole ed i bei gesti troncano le difese, l’arrendevolezza generata permette di arrivare senza intralci nella plancia dei comandi. Quante volte ci domandiamo come ha fatto una persona senza particolari doti o meriti a raggiungere una determinata posizione: - basta
osservarla come si muove e cosa dice! Viviamo in uno strano periodo, la società reale si è trasformata in virtuale. Pochi ammirano lo scorrere delle stagioni, quasi tutti presi dalla preoccupante scelta di capi d’abbigliamento adatti a piazzarli in un ambiente rispetto ad un altro; l’amicizia e l’amore non sono vissuti, non si sente e non si tocca più, si invia per Facebook, WhatsApp, o qualche altra diavoleria. Impresa vana quanto la quadratura del cerchio è rivolgersi al mondo spirituale, diventato ostentatamente molto terreno e politico. Si parla sempre meno dell’anima e dell’al di là, preferendo mettere gli zampini nel tempo presente. Ed è per questo che siamo prede del ragno, abbiamo sentito per anni parlare favorevolmente del multiculturalismo, dell’economia globale, dell’entrata della Turchia nella Comunità Europea, dell’Arabia Saudita come alleato, della Primavera araba e dell’uscita di scena di dittatori come Gheddafi, Ben Alì, Mubarak, prevedendo dalla loro decadenza uno splendido futuro di pace e democrazia in Libia, Tunisia, Egitto. Gli italiani non sono un popolo di primo pelo, bisogna smettere di farsi ammaliare,  soprattutto ricordarsi che c’è sempre uno più furbo di noi e nel gioco d’azzardo quando il banco salta è la fine. È necessario prendere la scopa e fare una pulizia primaverile, togliere privilegi, eliminare burocrazia e burocrati. Stare con il fiato sul collo ed avere i mezzi per rimuovere i tanti che hanno reso questo paese invivibile. In Italia è sempre più evidente un abbassamento dello “stato sociale”, nel presente e nel futuro ci sarà meno assistenza sanitaria, istruzione e previdenza pubblica. Giovani e vecchi abbandonano il paese, i primi per mancanza di prospettive, gli altri per l’alto costo della vita e delle tasse. Rimarranno i furbi ed i più deboli. Se non corriamo ai ripari, il ragno continuerà a mangiare indisturbato!