28 ago 2015

SCUOLA ai blocchi di partenza




Ogni anno era naturale essere contagiati da una particolare allegria per l'inizio della Scuola. Come avviene oggi, finivano le vacanze estive, ed era ora di preparare astucci e comprare nuovi quaderni. Rimane di quel tempo la voglia dei ragazzi d’incontrare i compagni, e a volte neanche tanto. Che cosa sarà mai capitato? La società senz'altro è molto cambiata, gli alunni incontrano amici e compagnie fuori dalle aule, non è prettamente necessario convivere con persone esterne alla famiglia solo a scuola, s’instaurano relazioni con le attività sportive, hobbies, soggiorni per l’apprendimento di una lingua straniera. Anche se questo sembra evidente per i ragazzi, che al contrario degli adulti hanno l’abitudine a correre, c’è una forte difficoltà da parte dei “grandi” di adattarsi ai tempi. Durante l’anno scolastico si perdono ore a cercare d’inculcare negli allievi una formazione alla convivenza, sui problemi del mondo in generale e via discorrendo. Interessante osservare che tale sforzo inizia fin dai primi anni della scuola dell’obbligo, ma nei bambini cresciuti in ambienti dove l’educazione è facoltativa, diventa una lotta improba, negli altri produce una malcelata noia. In passato era necessario perché tante famiglie non avevano le stesse possibilità sociali ed economiche e si cercava di uniformare gli studenti in una cultura generale. Negli ultimi
decenni è diventata una partita a ping-pong tra famiglie maleducate e prepotenti contro professori sempre più sperduti, e molti diventati indifferenti. Soluzione sarebbe applicare una regola di civile convivenza tra istituzione scolastica e famiglie, dove i patti tra i contraenti devono essere osservati e non aggirati. Questo è l’inizio della ricostruzione della SCUOLA, perché bisogna far ritrovare lo stupore, la curiosità, l’idea sbalorditiva di uscire dall'aula avendo appreso qualcosa di utile e futuribile.  Questo è compito per adulti coscienziosi, da troppi anni ci si nasconde dietro un dito. Dalle università sono usciti troppi professori impreparati, che non hanno compreso il loro ruolo dentro la società, quella d’insegnare alle generazioni future, dalle quali dipende la crescita o decrescita di una nazione. Non veniamo con il ritornello dell’essere poco pagato, purtroppo questa è un’inalterabile verità consumata nei secoli. Non si conoscono insegnanti ricchi! Chi ha scelto di farlo non può accampare simile scusa, è disonesto nei confronti dei ragazzi ai quali si vuole insegnare la convivenza sociale. La speranza è nello stimolo dei professori preparati e diligenti, traino per gli scansafatiche e gli inesperti, l’augurio nasce dai ricordi di professori che facevano scendere gli dei dall'Olimpo sulla Terra, di quelli che facevano sfilare i personaggi della Storia sui banchi, di altri che facevano sentire l’aroma della torta spiegando le frazioni. Buon inizio a tutti.