29 mag 2015

Quale AMORE?




La pittrice svizzera Angelica Kauffmann (1741-1807) ci ha lasciato questo quadro che raffigura l'addio di Abelardo ed Eloisa. Chi sono questi due presto rivelato: - siamo nel XII secolo, la diciassettenne Eloisa s’innamora del suo maestro Abelardo, da quest’amore nasce un figlio, motivo per il quale lei è scacciata da casa. La coppia si sposa di nascosto perché Abelardo è un chierico. Alcuni pettegoli divulgano il matrimonio e l’uomo è costretto a mandare la moglie in convento. La famiglia della ragazza, immaginando l’avesse scacciata, ordina a tre uomini di castrarlo. I due si separano definitivamente, tuttavia le lettere d’amore scritte al largo della loro vita sono tra le più belle della letteratura. Se parliamo d’Amore dobbiamo rivolgere lo sguardo anche al sommo Dante e nel Paradiso nel trentatreesimo canto ci apre la pista: “L’Amor che move il sole e l’atre stelle”. Poco tempo dopo, il Boccaccio ci racconta che l’Amore può essere fonte di affinamento, portando individui primitivi all'altezza d’animo.  In Spagna nella metà del ‘500,  Francisco de Quevedo scrive sull'esistenza umana, a suo avviso una corsa verso la morte e per lo scrittore solo l’Amore è anima del mondo, per deduzione unico vincitore sulla morte. E ritornando indietro di secoli, nel VI secolo a.C., il filosofo Empedocle scriveva che l’Amore è una forza agente nell'universo, contrapposto all'odio ed alla contesa.

Vero che in un dipinto del Botticelli, “L’Amore tra Venere e Marte”, il dio della guerra è disteso ai piedi della dea, la tela esprime abbandono e serenità,  battaglie e discordie sono lontane, chiaro riferimento alla sconfitta della violenza per opera dell’Amore. Ebbene possiamo tentare di riassumere  alcune sue caratteristiche utilizzando le parole del filosofo Hegel :  "l’Amore è l’identificazione del soggetto in un’altra persona, sentimento per cui due esseri esistono solo in unità perfetta e mettono in questa identità tutta la loro anima ed il mondo intero”.  È più facile trovare un quadrifoglio in un prato che assimilarsi a tal punto con qualcuno.
Si deduce che da sempre la moltitudine vive di surrogati. In molti paesi esiste ancora il matrimonio combinato, di nostra non antichissima memoria, avvicina due esseri più o meno simili per educazione; la formula di questo  contratto crea un'alleanza, dove i soci hanno perfettamente coscienza del loro proprio ruolo. Ci sono altri presupposti per entrare in una relazione a due: la necessità economica, la paura della solitudine, la procreazione, trovarsi una badante o un cavalier servente, o il bisogno di uno scalda letto. In molti casi c’è da salvare la forma e nella società attuale è preferibile essere in due che singoli,  significa per  l’individuo ammettere la sua incapacità nel formare una coppia. Meraviglia delle meraviglie, per la maggioranza è meglio essere in due con indifferenza, odiandosi, piuttosto che da soli. Ci siamo dimenticati qualcosa? Sì, dell’Amore. Gli esseri umani nei nostri opulenti paesi, credono di averne diritto. Non vi è nulla di più donato, niente di più inconsapevole dell'Amore. L’essere si esprime nell'altro, la fusione avviene con perfetta sincronia. Non si coordina, non si media, non si sopporta. Ed allora? Bisogna imparare, come per tante cose di “questo mondo”, ad accettare l’impossibilità di soddisfare i propri desideri. Sarebbe più corretto, giacché matrimoni e patti civili non sono altro che contratti, fare una lista del dare- avere, per lo meno renderebbe meno traumatica l’esistenza della coppia in caso di separazione. D'altra parte  spesso i contratti sono a scadenza e quindi si potrà ricominciare con buona pace di tutti. BASTA ipocrisie, quando parliamo d’ Amore prima puliamoci la bocca.